Fotografia stereoscopica
Fotografia stereoscopica
Breve storia della stereofotografia
Gli esperimenti finalizzati alla realizzazione di uno strumento dedicato alla fotografia stereoscopica hanno inizio nella prima metà del XIX secolo ad opera del geniale fisico inglese sir Charles Wheatstone (1802-1875). Si tratta di un personaggio dagli interessi più svariati, che vanno dalle immagini tridimensionali al telegrafo, dagli strumenti musicali (il symphonium, la concertina) alla scrittura crittografica, fino all’elettricità.
Nel 1832 studia un sistema di specchi e prismi, realizzando uno strumento che nella forma ricorda un binocolo e che nel 1838 viene brevettato e presentato alla Royal Scottish Society of Arts come qualcosa “that it be called a Stereoscope, to indicate his property of representing solid figures”, rifacendosi così alla terminologia adottata due secoli prima da François de Aguilón: le immagini sono naturalmente dei disegni. A seguito della scoperta della fotografia egli intuisce le possibilità del nuovo mezzo e cerca di interessare alla stereoscopia i protofotografi inglesi Jean Francois Antoine Claudet, Richard Beard ed Henry Collen.
Quello che più di ogni altro si dedicherà a questo particolare tipo di riprese sarà Claudet. Lo strumento ideato da Wheatstone è un oggetto alquanto ingombrante che incontra scarso successo e bisogna attendere il 1849, anno in cui appare lo stereoscopio di sir David Brewster. Brewster (1781-1868) è un fisico ed inventore scozzese che già dal 1815 è noto nel mondo scientifico per la sua riscoperta del caleidoscopio: nel 1849/50 mette a punto uno stereoscopio che al posto degli specchi utilizza delle lenti, realizzando in tal modo uno strumento del tutto originale rispetto a quello di Wheatstone. Questo è uno dei motivi per cui esistono diversità di pareri sulla paternità dello strumento, diversità che non si esauriscono con i soli Wheatstone e Brewster in quanto entrano nella partita anche John Benjamin Dancer e il fotografo francese Achille Léon Quinet.
Dancer è una delle figure più rilevanti del XIX secolo per quanto riguarda progettazione e costruzione di microscopi e soprattutto per l’applicazione della fotografia al microscopio stesso (microfotografia). Per quanto attiene la stereoscopia egli brevetta nel 1852 una prima versione di fotocamera binoculare, seguita nel 1856 da un successivo modello utilizzabile con lastre, sia al collodio umido che al collodio secco.
Nel frattempo, a Parigi, Achille Léon Quinet mette a punto negli anni 1853/54 una fotocamera binoculare che chiamerà “Quinetoscope”. A questo proposito il già citato David Brewster, personaggio dotato di una certa vena polemica e di temperamento sanguigno, pubblicherà nel 1856 il volume “The Stereoscope: Its History, and Construction, with Its Applications to the Fine and Useful Arts of Education” nel quale citerà Quinet, affermando che …Since the publication in 1849 of my description of the binocular camera, a similar instrument was proposed in Paris by a photographer, M. Quinet who gave it the name of Quinetoscope…osservando che un tale nome …means an instrument for seeing M. Quinet….e che …I have not seen this camera, but from the following notice of it by the Abbé Moigno, it does not appear to be different from mine.
Come era successo per altri apparecchi, anche la fotocamera a doppio obiettivo per riprese stereoscopiche pare avere quindi più di un padre, di certo è che si tratta di un tipo di fotocamera che incontrerà grande fortuna fino alla fine dell’Ottocento, entrando in crisi nel momento in cui cominceranno ad apparire altre forme di visione stereoscopica, come il Tru Vue e più tardi il View Master.