Qaxxoti
L’installazione Qaxxoti (“rufugiato” in somalo) prevede l’accostamento estraniante tra le pagine generate dall’applicazione Maps di Google che riporta le indicazioni stradali per compiere un tragitto su una tratta della disperazione, e i ritratti di quindici persone che sono sopravvissute all’odissea. Ogni tappa riportata elettronicamente e senza filtri dal sistema informatico, corrisponde ad una tappa di incredibile sofferenza per chi ci è passato. Da una parte la materialità legata ad un colosso del profitto, dall’altra l’uomo che pensa alla sopravvivenza. Da una parte un tragitto elaborato da un vecchio algoritmo, elaborato dal matematico olandese Edsger W. Dijkstra nel 1959, dall’altra un percorso generato oggi dalla disperazione umana.L’algoritmo di Dijkstra
Si tratta di un algoritmo utilizzato per cercare tragitti minimi. Fu elaborato nel 1956 dal matematico olandese Edsger Dijkstra che lo pubblicò nel 1959. Questo algoritmo trova applicazione in molti contesti come l’ottimizzazione di reti (idriche, telecomunicazioni, circuitali, stradali, ecc.). Google sfrutta questo algoritmo matematico per l’elaborazione di tragitti ottimizzati sulle reti stradali, poi rappresentati attraverso l’interfaccia di Maps.
L’algoritmo di Ibukonuluwa
Ibukonuluwa è nata nel 1993 in Nigeria, in una realtà difficile. Crescendo ha elaborato il pensiero di voler rinascere, che ha generato un percorso a tappe – come quello di Google – che, attraverso confini geografici, culturali, mentali, l’avrebbe portata in Italia. Ha elaborato il suo algoritmo che le ha fatto attraversare il Sahara, finendo nelle mani dei trafficanti libici, poi si è imbarcata per attraversare il Mediterraneo. E’ arrivata, carica di speranza, portando con se un solo bagaglio pesante e leggero nel contempo: diventare mamma. Dominion e Alice sono nati in Italia e cresceranno al suo fianco. Perchè la gioia o il dolore di un viaggio va condiviso.
Rappresentare il cammino
L’istinto migratorio nasce nel momento in cui la propria esistenza è messa in pericolo. Gli italiani fecero parte di uno dei più importanti flussi migratori. Cercarono vita migliore all’estero, stabilendosi in diversi Paesi europei ed extraeuropei. Alla base della migrazione vi è il movimento da luogo a luogo. Il cammino – anche metaforico –
diventa parte integrante dell’opera e, spogliato di ogni orpello simbolico, si trasforma in essenza dell’opera stessa. Da una parte il movimento nell’evoluzione tecnologica di Google, dall’altra l’essenzialità primordiale del cammino, rappresentata nell’installazione utilizzando un mezzo del pre-cinema.